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(…) Fulvio Paci nelle incisioni riconferma perizia e slancio, gusto pittorico per le inchiostrature, misura come invenzione e come sobrietà (…)

(…) Le opere del Paci hanno freschezza e credibilità. Sono scene di una natura esistenziale dolente, amara, ma intimamente gonfia di umori offerti al bacio dell’arte visuale, qui denunciante interpretazioni che anelano al divorzio  dal luogo comune (…)

(…) Le acqueforti e le acquetinte affondano il bisturi della ricerca nei personaggi emblematici di una vicenda esistenziale che si sublima nel fuoco dei sentimenti (…)

(…) Le figure, alle soglie dell’irrealtà, sono sempre nitide, ma lontane come la più lontana stella fissa. Anche se rigidamente razionali, prefigurano evocazioni misteriose.(…)

                                                     Critico de “Il Giorno”  Federico Pellizzari

 

(…) Fulvio Paci ci dà un’amorosa germinazione moderna, un sentito e sofferto innesto nell’ambito della fantasia. (…)

                                                   Critico d’arte di “ BresciaOggi “ Giannetto Valzelli

 

Libro di Urbino – propone, senza esitazioni, il proprio mondo poetico, il proprio impegno e la qualità della propria ricerca. La sua attenzione pittorica di natura figurativa si innesta, in un ambito di tipo impressionistico per trovare nei volti, nei paesaggi, nelle città, la corrispondenza di un mondo interiore lacerato….(…)

(…) La figura tutta intera è al centro del quadro; il segno è preciso e netto ma il contorno e il paesaggio si muovono con tratti contrastanti. (…) Gli stessi volti, pur manifestando diverse tensioni, sviluppano una forza di dilatazione; la tecnica si fa volutamente scarna. (…)

(…) La teoria dei “Soli e Amanti” vuole, appunto, richiamare alcuni elementi simbolici fondamentali che riguardano la vita, la quotidianità, l’amore, la riproduzione la natura (…)

(…) L’amore, gli amanti vivono una condizione paradisiaca, una terrestrità di giuoco e di abbandono, ed una spensierata continuazione della vita… ed il paesaggio è proiettato nelle figure, quasi ad annullarsi nella azione dei personaggi.

                                                                         Prof. Gastone Mosci

 

(…) Non è facile entrare nel mondo di questo filone pittorico del Paci: ma si sà che l’approccio alla poesia – anche quando avviene  attraverso la meditazione delle arti figurative – non è mai facile. Bisognerebbe allora tentare di ripercorrere  le principali tappe della più che decennale attività del pittore, per apprezzare un’evoluzione che ha toccato – sul filo di una castigata onestà – il lido del figurativo “ dopo un debutto nel segno di Walter Piacesi “ (G. Mosci), attraverso una escavata ricerca sui volti e un diuturno esercizio disegnativo. Tale supporto fondamentale del disegno,così importante elemento della cultura pittorica di ciascun artista, ha una sua remota origine per il Paci, nella formazione alla Scuola del Libro di Urbino. E proprio da quella scuola – oltre che alla passione da cui è sorretta la costante ricerca di affinamento – deriva la rara sapienza nella difficile arte dell’incisione.

L’incisione del Paci ha il sapore del dolce dramma che traspare da quelle acqueforti, potenziate dall’acquatinta, che maggiormente ne sottolinea la velata tristezza, quella malinconia diremmo quasi baudelairiana per mondi lontani, mai conosciuti ma avvertiti come inconscio approdo dello spirito.

                                                         Critico rivista Pinxit – Brescia- Luciano Anelli

 

ROBERTA FILIPPI presenta le opere pittoriche di FULVIO PACI in ARTETIVULAB

 Dalla ricerca dei materiali poveri, ma raffinati, alla stesura dei colori spatolati sulla tela o su tavola e poi rifiniti a pennello, la pittura di Fulvio Paci nasce dalla sperimentazione e sperimentando trasporta lo sguardo dell’osservatore in una atmosfera rarefatta, leggera, quasi da sogno. E’ una pittura fortemente materica, quella di Fulvio Paci: ai colori, mescolati a colle o sabbia, dai toni caldi e freddi che si  abbracciano, unisce cartoni, tele, garze, conchiglie, sassolini, merletti e varie forme decorative cheaggiunge man mano che l’opera si crea, che nascono le forme e si distinguono le immagini. Paesaggi che  sembrano fondali per una fiaba, ma anche cavalli e cavalieri, immagini fantastiche di luoghi incantevoli e rassicuranti. Questo è il mondo di Fulvio Paci, un mondo fatto di forme e colori vivaci, quei colori che trova  nel suo animo e che diventano elegante forma espressiva; colori armoniosi che ricostruiscono l’atmosfera   di un periodo storico, il medioevo, ma anche di ambienti quotidiani arricchiti e impreziositi dai mille elementi che vanno a  formare questi particolari “collages”, elementi che fanno parte della vita di ogni giorno  e che all’artista stimolano la creatività, facendo emergere sensazioni ed emozioni che poi riesce a  condividere con chi si sofferma ad osservare le sue opere.

Stralci di CRITICHE varie :

                                    

……….Le figure appaiono rinserrate, costruite da un’agile grafia che ne   definisce il contorno; la componente per così dire “pittorica” è costituita dall’acquatinta, che crea le luci e le zone di colore, apre la raffigurazione sui piani della memoria. Per questa via, la coppia, realtà e metafora della vita contemporanea, e l’animale, riferimento colto e recupero di una componente di naturalità, vengono ad assumere una dimensione ad un tempo colloquiale e mentale, quotidiana nel suo proporsi, e mitica: e si direbbe che i due protagonisti escano di getto dai miti (o dalle mitologie) della pittura contemporanea………..

                                                   Critico d’arte di “BresciaOggi” Mauro Corradini

 

…La particolare sintassi formale di Fulvio Paci si evidenzia proprio nel contenuto figurativo del tutto originale, per il rapporto che ne scaturisce tra paesaggio, natura, memoria storica, figura umana ed animale, da ricollegare al tempo presente, il tutto in un rigore stilistico costantemente vivo e calibrato, che è ritorno alla pittura e all’incisione, nella quale Paci è maestro….è il colore a farla da padrone, nella dissolvenza di luce dell’azzurro del cielo, negli effetti rossi e sensuali affidati alle figure. I cavalli, benèfici amici dell’uomo, nella superba compostezza delle linee sembrano voler trovare una corrispondenza con il mondo esterno, per il loro fisso guardare ( e ripropongono metaforicamente il tema del viaggio )……

                                                                            Prof.ssa    Lia Bronzi

 

 (…) Una sapiente combinazione di colore e materia caratterizza l’operato artistico del maestro Fulvio Paci. Le sue figurazioni, evocative, sono uno

stimolo per la fantasia e il senso estetico del fruitore che trova giovamento dalla visione di opere ben strutturate ed equilibrate.

                                      Critico de “I Grandi Maestri”- Palermo-  Dino Marasà

 

                   

 …Artista di sicuro talento pittorico, descrive nelle sue performance  tematiche mitologiche che ci conducono ad una grande riflessione spiritualistica. L’abilità stilistica perfezionata nei lunghi anni dedicati all’arte, testimoniano la sua assoluta padronanza del colore  e la materica composizione scenica. Figure di guerrieri, abilmente trasformati dalla sua creatività, descrivono largamente il passato onirico del suo esistenzialismo basato su tracce di labirinti pulsanti di verità. Ma l’enigma con cui cattura l’osservatore  dei suoi dipinti, trova giusta risposta nella sua grande  sensibilità poetica e pittorica. I risvolti della sua introspezione personale ci fanno leggere tracce di un minimalismo espressivo, basato propriamente sui valori formali dell’opera; non a caso nelle sue opere sono ricorrenti i caldi toni carmini, abbinati ai cerulei, toni dalla prospettiva pittorica. I personaggi che evidenzia rappresentano l’analisi dell’esistenza di un uomo che con i suoi affanni percorre instancabilmente la prefissa meta.

                                                            Francesco Chetta

 

(…)Oggi il suo esprimersi raffinato e potente, sottilmente allusivo e determinato, sembra riassumere e ricostruire i sussulti delle scoperte novecentesche circa il rapporto oggetto/immagine sulla conquista della sintesi come lungo i sentieri dell’analisi.

(…)Paci prende atto della storicità come dato epocale e la riformula conferendole vita e significato nuovi, ancora maggiormente esposti all’inquieta dialettica  stabilita tra cromatismo e referenza plastica, tra filosofia della forma e trascendenza dell’espressione, tra verità e movente interpretativo: ecco che in tal modo è possibile realizzare quanto a lungo è stato inteso come utopia, cioè la rappresentazione del pensiero, se il pensiero si fa sfondo di un volto, o se questo lo genera, o se da esso è generato.

                                                                 Rodolfo Tommasi

 

(...)Le opere si impongono all’attenzione dell’osservatore per la forte carica emotiva da cui emerge una spiccata sensibilità e il valido talento artistico.

                                                             Prof.ssa Anna Francesca Biondolillo

 

 Critica dal libro della Mostra: “ Itinerari d’Arte Contemporanea “

 Triennale di Roma 2011- 3/14 ottobre. Complesso Monumentale e Museale

 Galleria l’Agostiniana. P.za del Popolo, 12 Roma

Fulvio Paci: “ I colori, giocati sul susseguirsi di violetti, rosa e azzurri rendono la scena araldica e cavalleresca. Le pennellate rapide, interrotte e irregolari trasmettono senso di movimento e personalità al raffigurato.”

 

 

………A me sembra che l’opera di F. Paci contenga e condensi alcuni “aspetti” vitali, di nucleo, dell’uomo, attraverso la figura di un uomo e di una donna, di un cavallo, non a caso immersi – negli acrilici – in colori forti, caldi e freddi insieme, come si ha in natura e come è frequente in pittori che alla natura guardano e hanno guardato come madre, non solo nel nostro novecento, e – nelle incisioni –in colori più tenui, pastellati o resi morbidi anche con spazi bianchi e il segno di contorno dei corpi, quasi a voler incidere l’essenza stessa di questi “esseri”…..

                                                                                   Prof.ssa Maria Lenti

 

…. Cavalli al Torneo Medioevale, ancora una volta un percorso dentro la fantasia.  Torri, bandiere, cavalli, cavalieri, armi ed onori: tutto si ricompone in una pittura fatta di figure e di sfondi come nel movimento di un cartone animato. E nell’integrazione tra gli impasti di tinte forti prive quasi di gradazioni tonali, la pittura è ricondotta a cromie primarie dove il contrasto tra colori caldi e freddi resta meccanismo della narrazione e rapporto dell’integrazione tra forme e figure. E’in atto una battaglia sotto le mura della città. Un nuovo racconto della fantasia, una nuova evocazione alle leggende della città antica, medioevale e rinascimentale. Storia o favola, il tutto si mescola nel ritorno ai temi cari della pittura di Paci, nel rievocare un mondo che non c’è più, ma che è sempre presente e riattualizzato, o nel legame tra uomo e passato, o nel rincorrere i segni di identità perdute, o nel definire l’ambiente d’Urbino, scenario e sfondo di una vita quotidiana, e di sogno, mentre ricordi e emozioni rimangono o si traslano dentro immagini e allegorie portando la pittura dentro il microcosmo di una arte definente l’altra realtà: quella interiore o quella della fantasia, come nel rincorrere un’ idea originaria sulla purezza dell’essere, alla ricerca di radici stesse dell’immaginazione.

                                                                                                                      Cinzia Pianelli

 

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